Adulti

I motivi per cui una persona può decidere di rivolgersi a uno psicologo sono vari.

Spesso la richiesta di aiuto è motivata alla risoluzione di un sintomo percepito come disturbante e invalidante. I sintomi o disturbi più frequenti sono:

  • Disturbi d’ansia e di panico, fobie specifiche, pensieri ossessivi e rituali compulsivi
  • Disturbo da stress post-traumatico
  • Disturbi depressivi e depressione post-partum
  • Disturbi da uso di sostanze (fumo, alcol, sostanze illegali), gioco d’azzardo, nuove tecnologie (internet, videogiochi)
  • Disturbi alimentari
  • Disturbi del sonno
  • Disturbi somatici

Talvolta è il sovraccarico emotivo legato a periodi o eventi critici della vita a spingere a chiedere un aiuto psicologico. Lo stress è la risposta naturale delle persone a compiti o richieste che sono percepite come eccessive. La sensazione è che l’energia richiesta per affrontare queste situazioni sia superiore alle risorse possedute in un determinato momento. Questa pressione può essere una spinta a migliorarsi e a crescere, ma se è troppa può portare a sentirsi molto stanchi, irritabili e a sviluppare sintomi fisici. Spesso questo accade in occasione di un accumulo di fattori stressanti. Non dimentichiamo che anche importanti eventi positivi possono risultare stressanti, in quanto richiedono l’impiego di molte energie (laurea, nascita, matrimonio, trasloco, cambio di lavoro, promozioni..). E’ fondamentale evitare che il distress (lo stress negativo) perduri nel tempo e si cronicizzi, poiché può avere delle ripercussioni sul benessere fisico e mentale delle persone.

Altre volte ancora alla base della richiesta vi è il desiderio di stare meglio con se stessi e con gli altri. Può essere la voglia di cambiare qualcosa che nella propria vita è insoddisfacente, statico o sfavorevole oppure di cambiare il modo in cui si vivono le emozioni o le relazioni. A volte ci si sente bloccati o confusi e disorientati e il desiderio è di fare chiarezza rispetto ai propri bisogni e desideri per agire al meglio nella vita, con scelte e comportamenti favorevoli al proprio benessere. Alcune frequenti situazioni:

  • Difficoltà nelle relazioni sentimentali
  • Difficoltà nelle relazioni interpersonali (amici, sul lavoro)
  • Difficoltà con la famiglia di origine (rapporti con genitori, fratelli)
  • Difficoltà nella sessualità
  • Insicurezza e bassa autostima, difficoltà a fare delle scelte
  • Difficoltà emotive
  • Difficoltà nella gestione della rabbia

Trauma

Un evento è traumatico quando la persona prova sentimenti intensi di terrore, orrore, minaccia alla propria o altrui vita e impotenza. Gli eventi traumatici possono derivare da un’esperienza diretta di: abusi e molestie sessuali, incidenti, malattie e lutti, maltrattamento e violenza fisica, abbandono precoce, bullismo, disastri naturali. Anche l’esperienza indiretta come assistere o venire a conoscenza di eventi come quelli sopra elencati può avere un effetto traumatico: maltrattamento e violenza assistita, assistere a incidenti o disastri naturali, assistere a dolore e malattia, ..

Oltre agli eventi traumatici, che possono essere singoli o ripetuti, esistono i traumi relazionali, che occorrono quando i bambini fin da piccoli sono esposti a relazioni caratterizzate da umiliazione, denigrazione, trascuratezza. Le conseguenze dei traumi sono variabili, ma influenzano la vita delle persone anche a distanza di anni, dando origine a sintomi e disturbi, convinzioni negative su di sé, difficoltà emotive e relazionali e problemi nell’area dei bisogni fisiologici (alimentazione, sonno). Spesso forti emozioni di vergogna, disgusto, colpa e paura di affrontare i ricordi rendono difficile alle persone chiedere aiuto, mantenendo il loro dolore e il senso di solitudine.

Per il trattamento dei disturbi emotivi legati a eventi traumatici singoli o ripetuti utilizzo anche il metodo EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing – Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e utilizzato sempre di più nell’ambito della psicologia dell’emergenza in Italia (terremoti, grandi incidenti).

Coppie

Nel corso della vita tutte le coppie possono incontrare momenti di stallo o di crisi. Se identificate e affrontate, le crisi sono spesso occasioni di crescita, altre volte invece si cristallizzano e portano a una progressiva distanza emotiva e fisica nella coppia. Talvolta le difficoltà emergono in concomitanza di importanti cambiamenti o eventi critici, che obbligano la coppia a riorganizzarsi: lutti, nascite, difficoltà con le famiglie di origine, malattie, trasferimenti, ..

Altre difficoltà di coppia:

  • Tradimenti
  • Difficoltà di comunicazione
  • Forte conflittualità
  • Problemi nella sessualità
  • Ipotesi di separazione

Per una terapia di coppia proficua è necessaria la motivazione di entrambi i partner al percorso. La fase di consultazione serve a valutare se una terapia di coppia è una possibile strada da percorrere. L’obiettivo della terapia è di comprendere la natura della crisi e favorire una migliore comunicazione, il percorso può anche terminare con una decisione consapevole dei partner per una separazione.

Adolescenti

L’adolescenza è la fase di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, fase della vita delicata e ricca di ambivalenza. Ambivalenza che è insita in ogni cambiamento, che comporta sempre il lasciare qualcosa di conosciuto per trovare qualcosa di nuovo.
Questo avviene a partire dal corpo che è in trasformazione, compito dell’adolescente è di mentalizzare il suo nuovo corpo, ovvero conoscerlo, renderlo proprio e dargli una rappresentazione mentale affettiva.
L’adolescente si confronta con la costruzione della sua identità (Chi sono? Da dove vengo? Cosa mi piace? Dove voglio andare?) e per fare ciò, ha bisogno di una fase di messa in discussione e di sperimentazione.
L’adolescente sposta la sua attenzione dai familiari al mondo dei coetanei. I genitori, come modelli di riferimento, sono messi in discussione, e l’adolescente si trova ad abbandonare i comportamenti infantili per assumerne di nuovi.
Va da sé che si tratta di passaggi ad alta intensità emotiva, durante i quali l’adolescente può sperimentare un disagio personale. Una quota di difficoltà e disorientamento è naturale in questa fase di transizione, ma alcune manifestazioni necessitano di un’attenzione particolare:

  • Ritiro e isolamento
  • Stati ansiosi
  • Disagio rispetto al corpo
  • Disturbi del comportamento alimentare
  • Comportamenti autolesionistici
  • Confusione sulla propria identità sessuale o sull’orientamento sessuale
  • Difficoltà relazionali (con i pari, nelle relazioni amorose)
  • Difficoltà emotive (gestione della rabbia, comportamenti a rischio)
  • Uso di sostanze
  • Conflittualità elevata con i genitori
  • Difficoltà nelle scelte di vita (indecisione e disorientamento formativo/professionale)

A differenza dell’infanzia, in adolescenza le richieste di un consulto psicologico possono arrivare sia da genitori preoccupati, sia dall’adolescente stesso. In base alla situazione, sarà proposta la consultazione più idonea. In caso di adolescenti “non motivati” può essere utile una consultazione con i soli genitori. Per i ragazzi minorenni è sempre necessario il consenso informato di entrambi i genitori.

Famiglie

Il percorso familiare può essere indicato in situazioni di specifiche difficoltà nei rapporti o in caso di eventi critici e difficoltà che coinvolgono l’intero nucleo: comunicazioni o decisioni difficili, lutti intrafamiliari, malattie, trasferimenti, ..
Un percorso familiare può essere particolarmente indicato per difficoltà specifiche delle famiglie ricomposte, oggi sempre più numerose.
L’obiettivo primario nella psicoterapia familiare è lavorare sulla comunicazione e sulle relazioni familiari.

Genitorialita'

Un supporto per uno o entrambi i genitori può essere indicato, quando il genitore incontra situazioni di difficile gestione che possono riguardare:

  • la relazione con i figli
  • preoccupazioni riguardanti i figli e i loro cambiamenti
  • comunicazioni difficili ai figli
  • la genitorialità monoparentale per assenza o morte del partner
  • forti disaccordi negli stili educativi tra i genitori

Gravidanza e Puerperio

Durante questa fase di vita le donne (ma anche gli uomini!) attraversano molteplici cambiamenti (fisici, identitari, relazionali) che suscitano emozioni ambivalenti. Oltre a emozioni di gioia e felice attesa, è naturale sperimentare paura, tristezza e rabbia, emozioni spesso inibite perché ritenute socialmente non adeguate. Un percorso di accompagnamento ha l’obiettivo di facilitare l’espressione e l’integrazione di questi vissuti e di sostenere le delicate trasformazioni identitarie e relazionali all’interno della famiglia (tra i partner e con le famiglie di origine).

Bambini

I bambini molte volte non esprimono il malessere con le parole, ma manifestano un disagio attraverso i loro comportamenti o con sintomi fisici ricorrenti:

  • Paure specifiche e stati ansiosi
  • Agitazione e irritabilità, iperattività
  • Disturbi dell’alimentazione
  • Disturbi del sonno: difficoltà di addormentamento, incubi, ..
  • Enuresi ed encopresi (disturbi di minzione e defecazione)
  • Inibizione e ritiro
  • Manifestazioni di aggressività
  • Problemi connessi al linguaggio (ritardo nello sviluppo, mutismo)
  • Difficoltà relazionali
  • Difficoltà scolastiche

Per aiutare i bambini è necessaria una consultazione familiare, al fine di conoscere e inquadrare il sintomo e il disagio sottostante e proporre il percorso più idoneo alla situazione.
Un ruolo centrale è rivestito dai genitori, come figure primarie di riferimento affettive del bambino e importante risorsa nello sviluppo di un maggiore benessere del figlio. Per aiutare i bambini utilizzo la psicoterapia familiare (con possibili vari formati dei colloqui) o la consulenza genitoriale; nella mia pratica clinica non mi occupo di psicoterapie individuali per bambini.